Perché tale entusiasmo da parte mia? È recente la notizia che tornerà a scuola il diario (di carta) per annotare i compiti da fare, in barba al famigerato registro elettronico che tanti guai sta combinando.
Non si vogliono demonizzare i meriti delle tecnologie digitali che fanno comunque parte (dominante) del nostro presente. Ma questo “ritorno” è una breccia verso una nuova consapevolezza sulla importanza della scrittura manuale: una necessità, per la quale con forza disperata mi sono battuta.
Intanto, scrivere significa allenare la capacità di muovere le mani con movimenti fluidi che assumono l’andamento di un movimento melodico: in effetti, si chiama melocinetica la capacità di compiere movimenti fini e precisi (il termine è in genere associato in negativo alla difficoltà di effettuare tale azione).
L’abilità di fornire la giusta fluenza alle sequenze motorie a me interessa perché permette la coordinazione complessa tra i movimenti muscolari e le attività cerebrali. Proprio durante la scrittura a mano, con quel movimento scorrevole delle dita, si rende attivo il circuito cervello – mano – cervello che va a sollecitare le zone alla memoria destinate.
Non solo: semplificando e sintetizzando al massimo ricordo che annotare i compiti assegnati significa porre attenzione a ciò che si deve fare. E “attenzione” in questo caso significa stimolare responsabilità individuale e capacità di pianificazione.
Se vi pare poco, preciso: significa sviluppare abilità di gestione del tempo; soprattutto, avviare il processo di autonomia.
Viva il diario.
Anna Rita Guaitoli