Dunque, le differenze. Si sono viste?
Non dovrebbe essere stato difficile cogliere come alla Bionda si siano concessi gesti indulgenti che recuperano modelli calligrafici: la r di “caro”, per esempio. La stessa r, nelle righe che appartengono alla Bruna, è costruita con angolo alla base e in stile più personale.
Così, si differenziano le formazioni delle p: più vicina al modello, ancora, quella della Bionda, anche se il gesto che la forma è veloce e ben gestito. La Bruna indulge in atto di seduzione formando spesso morbide asole nella parte inferiore e, sempre, una specie di fiocco prima di arrivare all’altra lettera.
Guardate poi i tagli delle t: a modo, controllati, a metà altezza, quelli della Bionda. Lanciati, ogni volta in modo diverso, quelli della Bruna.
Tutta compostezza, allora, nella Bionda? Indipendenza e oppositività nella Bruna?
Opportunamente – siamo pure nel duemila inoltrato – la Bionda ha molti angoli (m, n) e molte lettere staccate: osserva, analizza e, al momento giusto, sa bene come difendersi.
E la Bruna, un po’ di femminilità più tranquilla la dovrà pure avere per non impaurire troppo i poveri maschi: le curve del gesto base sembrano rivelarlo.
Insomma: i creativi sono stati bravi. Le indicazioni sottese nell’immaginario maschile ci sono. E si affacciano le complessità proprie di ogni donna.
La pubblicità sa.
Anna Rita Guaitoli