Ritorno sull’argomento perché notizie si aggiungono a notizie.
Vorrei subito ricordare l’indagine condotta dall’associazione “Di.Te” (Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche) e riferita da Giuseppe Lavenia (Presidente della stessa) sul fatto che “clic app sms allontanano dalle emozioni“. Non si sta scherzando: su 500 persone tra i 15 e i 68 anni che pure affermano quanto i social facilitino loro le relazioni, ben il 65% dichiara poi di avere difficoltà quando… si trova faccia a faccia. Il 60% dichiara anche che non ha stretto nuove amicizie negli ultimi tre anni.
Da quanta povertà, di parole, di odori, di sorrisi (quelli veri, non quelli stampati sulle faccette-emoticon) sono contrassegnate queste pseudorelazioni.
A ricordarcelo, è una pagina di Elasti, alias Claudia de Lillo, che da tanti anni tiene una rubrica su “D” di Repubblica. Pensate un po’: si è commossa per aver ricevuto una lettera, “di quelle vere, con la busta, il francobollo timbrato, l’indirizzo…”, e “con le maiuscole, la punteggiatura, gli a capo…”.
E ha risposto. E ha ritrovato il “gusto nella scelta delle parole, un brivido nel non poterle cancellare…, un piacere nella visione dell’inchiostro che si posa sulla pagina”.
Ha ritrovato “la dimensione figurativa della parola”.
Io posso solo aggiungere: quella dimensione (colore, peso, tremolii, uso dello spazio…) è la sola che nella sua materialità ci mette davvero in comunicazione con l’altro, trasmettendo le nostre emozioni.
Anna Rita Guaitoli