Per un Piacere dei Testi (piccolo omaggio a Barthes e alla mia scuola)

C’è stata (e speriamo ci sia ancora) una scuola felice in cui i progetti diventavano realtà, in cui i linguaggi comunicavano per aiutare la conoscenza di sé.

In quella scuola ho passato 25 anni della mia vita. Mi piace, oggi, ricordare quel lavoro fecondo e i tanti colleghi che credevano in un insegnamento fatto di stimoli oltre che conoscenze.

Concretizzo l’omaggio utilizzando, anche se solo in piccola parte (causa sia la cattiva produzione delle immagini sia ragioni di spazio), l’ultimo progetto, “fotoscritturainbiancoenero”, organizzato dalla docente Marina Piantoni della classe quinta A 2008-2009, liceo artistico sperimentale Giorgio De Chirico, già Savinio.

Partendo da una mostra del collega-artista Claudio Adami da anni impegnato a riflettere intorno alla ricerca sulla parolasegno, la docente ha stimolato i ragazzi ad una produzione che operasse sulla molteplicità di segni.

Nell’omaggio è racchiuso il mio stupore nel vedere come ancora una volta, anche all’interno di produzioni scolastiche, si verificasse quella molteplicità di senso che è stato il centro della ricerca di uno studioso quale Roland Barthes.

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Esiste ormai una lunga tradizione (artistica e pubblicitaria) su quanto la contaminazione tra scrittura ed immagine possa apportare. “Fecondazione poetica”, per esempio, è proprio un concetto-stimolo proposto da Magritte che poi ricordava come “In un quadro le parole sono della stessa sostanza delle immagini”[1].

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Lo spazio è invaso dai grafismi

Per un piacere

Fig 3 (Paola…: Strano ma bello)

La pagina tutta scritta contiene e dà senso, supportandola, ad una costruzione di forme squadrate.

I segni di per sé contrastanti (curvo nel tracciato, squadrato nelle sezioni geometriche) trovano un accordo nel colore della materia grafica che, pur nella variabilità di inchiostratura del tratto, si fa, tutta, tenue: per unire, smussare: tentando di annullare, inglobandole, anche le piccole macchie nere. Volontà di armonizzare.

Le parole ingrandite (grafismo su grafismo) riacquistano qui il senso linguistico della comunicazione esaltando la presenza del desiderio: quello che permetterà la scoperta della vita. E il titolo, altro elemento “informante”, collabora quanto mai con le strutture grafiche, confermando la piacevolezza della sorpresa.

Anna Rita Guaitoli – Dall’articolo pubblicato nella rivista “Il Giardino di Adone” n. 16


[1] Da “Le parole e le immagini”, 1929