Ripreso da Crocetti nel 1986 da una elaborazione di Fay come variante del test della figura umana, si è rivelato di grande utilità clinica.
Personalmente utilizzo questa prova grafica in particolare nei periodi delicati della crescita perché permette di evidenziare sia l’immagine di sé […] che viene descritta nella rappresentazione della figura, sia come viene avvertita la situazione ambientale e le modalità di interazione.
Superate le posizioni della Goodenough (1926), si fa riferimento al test di Karen Machover che nel 1949 presentò il disegno della figura umana all’interno della categoria dei test proiettivi […] prendendo in considerazione tutti gli elementi strutturali della figura umana e i corrispondenti significati simbolici.
Di queste “indicazioni” sono pieni libri e siti internet. […] Cito tra le indicazioni più divertenti:
– Occhi chiusi: segno di civetteria o narcisismo (!).
– Occhi grandi: desiderio di dominare la realtà.
– Presenza del cappello: il bambino si sente troppo sotto l’osservazione degli adulti, i quali probabilmente lo sottopongono a numerosi divieti.
– Figure di robot, stilizzate, pagliacci, possono essere caratteristici di soggetti egocentrici con difficoltà nei rapporti sociali (!).
– Ogni omissione può indicare disturbi somatici, conflitti o preoccupazioni per la parte omessa(!!!).
Il tutto buttato lì, senza statistiche o ricerche di aggiornamento. Una mina vagante per i poveri bambini che saranno spiati da genitori, insegnanti (e grafologi), armati di schemini con tali indubitabili interpretazioni. […]
Nel 1986 Guido Crocetti propone una variante del test sopra accennato: si chiamerà “Una persona sotto la pioggia” e il suo fine sarebbe quello di rilevare e analizzare le difese che il bambino mette in atto nei confronti nell’ambiente, fisico e psicologico, cui appartiene.
Gli elementi compositivi di questa prova grafica sono, tutto sommato, pochi (ombrello e simili, pioggia, personaggio…): tanto più, perciò, si è prestata a interpretazioni semplicistiche. […]
Più o meno: se c’è l’ombrello va tutto bene.
Peccato che ci si dimentichi che proprio Guido Crocetti, docente di Psicologia clinica alla Facoltà di Medicina e Chirurgia della Sapienza, da anni impegnato con i bambini anche gravemente malati, ricorda – e sia stimolo a riflettere – che nessun test da solo può dare una indicazione soddisfacente.
Oltretutto l’autore, nella parte generale, pone l’accento sull’importanza degli elementi strutturali-formali chiamando “direttamente in causa” la grafologia per lo studio della pressione e dei tratti.