Il narcisismo come elemento di struttura e la scrittura come traccia del disagio

Gli adolescenti sono tema sempre più d’attualità e sempre più ricorrente nella pubblicistica. In Italia il mondo dei giovani ha acquisito autonomia concettuale sociologica con l’istituzione dell’Osservatorio nazionale dei giovani (1990), e con le prime importanti ricerche statistiche dello Iard che hanno evidenziato, quali indicatori generici ricorrenti, forme di solitudine e carenze affettive. In generale, quello che chiamiamo sentimento di disagio. […]

Se si è convinti -ed io lo sono- che il disagio abbia radici nella normalità, questo andrà inserito in una visione dinamica, rivelandosi così possibile momento di passaggio, e di crescita. […] Andrà perciò verificato nelle diverse tappe dello sviluppo: anche per correlarsi ad una, eventuale, immediata strategia di prevenzione. E la scrittura, traccia segnica cui partecipa tutto l’individuo, permette di cogliere sul nascere informazioni preziose del disagio, specifico di quell’adolescente.

Importante, a questo fine, l’analisi della struttura narcisistica che si è venuta a creare attraverso le relazioni: sono loro a determinare, come ha bene illustrato Erikson, le identificazioni che sono alla base delle dinamiche interpersonali essenziali per conquistare la propria identità e quindi la propria autonomia. […]

Potrà risultare banale e pericoloso affrontare il fenomeno del narcisismo, di per sé concetto ambiguo e abusato, e individuarlo quale chiave di lettura di un possibile disagio. Partendo però dalla visione strutturale che Freud fa seguire a quella topica, si può considerare il narcisismo dal punto di vista energetico. Sarà così possibile riflettere sia sull’insieme dei processi che hanno permesso gli investimenti della libido, sia sugli effetti di questo investimento. […]

Dal punto di vista grafologico, si vuole individuare non semplicistici schemini, ma quelle qualità del gesto e del movimento che permettono di indicare la funzione che questo tipo di investimento narcisistico è andato ad acquistare, determinando i diversi stili di relazione, il diverso tipo di adattamento, la diversità dell’azione e del progetto. […]

disagio1

Guardiamo questa grafia: presenta la sindrome “classica” del narcisismo (calibro grande, arrotolata, regressiva); ma c’è una base curva attivata da angoli; soprattutto non c’è stasi per quel movimento leggero, tutto interno. La ragazza, sedicenne, farà.

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disagio2

E’ il gesto senza tensione (11) che si spezza anche platealmente a dire la labilità del soggetto, il logoramento per una domanda affettiva inevasa[…]. In questa scrittura (una ragazza di 16 anni) dal tratto fragile, talvolta patetico nella sua conduzione, appare quel non-fare che può anche essere un fare apparente, spesso maschera – che non tiene – di insufficiente amore di sé.

Anna Rita Guaitoli, dalla relazione al Congresso Nazionale di Grafologia Giudiziaria “L’adolescente e la scrittura” (Napoli, 13 aprile 1999)