Solo carta e penna, please.

Va bene: è una affermazione che spesso, in un modo o nell’altro, rinnovo. Ma che valore avrebbe riproporre questa esortazione, ancora? Quale ulteriore spinta alla riflessione potrebbe dare?

In effetti, la posso ri-proporre perché a dire tali parole, questa volta, è Bruno Giussani, classe 1964, “guru di TEDGlobal”, “tra i 100 uomini più influenti d’Europa” (così le indicazioni nella intervista a “La Repubblica” del 30 luglio anno corrente).

Giussani, origini bergamasche e formazione svizzera, analizza in modo assai preciso, e sorprendente, le conseguenze dell’adeguarsi ai comandamenti (velocità, brevità) dettati dai Social Network: incapacità di aspettare; perdita di attenzione; difficoltà ad elaborare il pensiero; bisogno di gratifica immediata. Tutte caratteristiche che, in effetti, già ho osservato negli adolescenti 2.0, e che vanno a giustificare troppi tracciati grafici sempre più privi di solidità.

Giussani, dunque, cofondatore di due compagnie internet (Tinet e Tinext), giornalista che ha collaborato con il New York Times e l’Economist, a giugno, nel TEDGlobal di Londra, ha obbligato l’uso di solo carta e penna. Commenta riconoscendo come, sì, c’è stata un po’ di “perdita di visibilità su Twitter, ma abbiamo guadagnato in attenzione”. Se non fosse sufficiente, aggiunge, “la distrazione è una piaga sociale”.

Non credo ci sia altro da aggiungere, se non ricordare “solo carta e penna, please”.

Anna Rita Guaitoli