In fondo, come ci ha insegnato Leopardi, la bellezza della vita è lì: nell’attesa, nella speranza.
E la notizia apparsa i primi di dicembre sui maggiori giornali americani, è davvero di quelle che fanno tirare un sospiro di sollievo e crescere la speranza. Uno dei titoli: “New Jersey legislator introduces bill that would require students to learn cursive”. Dunque: una deputata del New Jersey, Angela McKnight, ha avanzato una proposta di legge per la reintroduzione dell’insegnamento del corsivo.
E così, come è avvenuto in numerosi Stati americani (tra gli altri: California, Texas, Alabama, Louisiana. Mississippi…), il corsivo bandito dal 2010 si riaffaccia sui banchi, prepotentemente dimostrando la sua importanza.
Il NYT ha anche condotto una ricerca attestando come ormai non si sappia tenere una penna in mano; non si sappia leggere un testo che non sia stampato; non si sappia… firmare.
Intanto, negli Stati Uniti le ricerche sull’utilità del corsivo si intensificano, sempre più dimostrando come solo questa modalità di scrittura riesca a mettere in moto le diverse aree del cervello così contribuendo allo sviluppo delle abilità sia cognitive sia motorie e – contrariamente a quello che si dice in Italia – aiutando anche chi ha difficoltà nell’apprendimento, in particolare chi soffre di dislessia.
Senza parlare – come in questo cantuccio tanto spesso si è fatto – delle emozioni che solo il corsivo sa veicolare.
Allora… buon anno in corsivo.
Anna Rita Guaitoli