Così è
Il 50% dei disturbi mentali ha origine nell’adolescenza.
La Commissione europea per la salute (con uno studio cui ha partecipato anche l’Italia: European Study on the Epidemiology of Mental Disorders, 2008) ha preso atto delle sfide aperte nel campo della salute mentale evidenziando, da una parte, la crescita esponenziale delle stesse, dall’altra sottolineando come priorità la prevenzione, da attivare in particolare nel mondo della scuola.
Ancora uno studio USA (Dipartimento di Psicologia della California, Los Angeles, 2008) che ha seguito 291 persone con sintomi a rischio per 2 anni e mezzo, ha confermato l’importanza di una prevenzione per evitare lo sviluppo di un disturbo più grave, o almeno il passaggio alla cronicità.
Il pericolo c’è: ed è quello di dare etichette a comportamenti che possono essere transitori e possono rientrare nelle “turbolenze” dell’adolescenza: nel momento, cioè, in cui tutto viene rimesso in discussione.
Questo rischio si fa tanto più evidente per quella malattia che per sua stessa definizione si trova sulla linea di confine e che sta diventando la malattia capace di segnare la nuova emergenza sociale. Il disturbo di borderline, appunto.
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A sottolineare quanta cautela occorra nell’utilizzare un modello categoriale, sono proprio i curatori del DSM IV. Spiegano, infatti, che i criteri specifici (nove quelli dati, cinque almeno quelli da soddisfare per una diagnosi di BPD) debbono essere intesi come semplici schemi orientativi: con una loro utilità pratica, certo, (anche per far proseguire la ricerca e la didattica) ma deboli per un sicuro inquadramento nosografico di questo fenomeno la cui complessità del quadro clinico è tale da rendere obbligatorio il concetto di comorbidità […]
La ricerca
La ricerca, impostata sulla analisi degli elementi grafologici di base (spazio, movimento, forma, tratto: esaminati secondo le indicazioni della scuola francese cui debbo la mia formazione) ha visto emergere sin dalla prima tappa una forte convergenza intorno a tre modalità dell’uso dello spazio (nella sua occupazione e nel suo ritmo distributivo). […]
All’interno di questi raggruppamenti venuti ad imporsi in un modo che vorrei definire “spontaneo”, sono stati analizzati gli altri elementi grafici che, nel loro insieme, hanno prodotto sindromi (talvolta definendo dei sottogruppi) tali da suscitare una attenzione “qualificata”. […]
Convergenze teoriche e approfondimenti
Ho concluso la presentazione di ognuno dei tre gruppi con il riscontro possibile tra gli elementi grafologici rilevati e gli elementi emersi dalla pratica clinica e dalle riflessioni delle scuole psicologiche di diverso orientamento teorico e terapeutico (in particolare, come si è visto, tra i diversi quadri grafologici e quelle “convinzioni di base” facenti parte del sistema cognitivo tracciato da Beck). Sono “incontri” che quando avvengono in modo spontaneo, senza forzature per schemi precostituiti, non possono essere casualità.
Evidentemente queste rispondenze permettono non solo il rafforzamento reciproco ma soprattutto, aprendo la strada ad un dialogo fecondo, fanno intravedere la possibilità di una analisi integrata di maggiore spessore. In particolare ho messo in rilievo nei corsivi finali seguiti dal punto interrogativo alcune “piste” che sembrano aprirsi per nuove indagini che abbiano come fine un perfezionamento delle strategie preventive e terapeutiche.
E ci avviciniamo così al concetto di “trasversalità integrativa delle varie scuole” proposto da Lingiardi (Lingiardi, 2001).
Fermandomi brevemente all’interno dello specifico grafologico, vorrei evidenziare un’altra possibile integrazione che tenga conto, intanto, dei temperamenti morettiani: […]
Il senso che si verificherà nel tempo
All’interno di questa ricerca, seppure ancora limitata nei numeri, sono stati osservati dei fatti (che equivale alla raccolta dei sintomi), sono state proposte delle ipotesi (possibili diagnosi): la loro conferma, o confutazione, avverrà attraverso altri esami, altre ricerche che possano avere anche più solido materiale (numero maggiore di scritti, migliore protocollo di somministrazione). La rilevazione degli elementi considerati, aggregati in sindromi, ha però raggiunto un grado di verità possibile che può comportare verità generali probabili.
La riflessione finale sulle eccessività grafiche riscontrate, corrisponde in massima parte alla riflessone contemporanea che, pur senza rifiutare del tutto l’ottica categoriale (propria del DSM IV), va privilegiando una visione dimensionale […]
Come grafologi, pur restando fuori dallo specifico della diagnosi e della prospettiva della malattia, ci prendiamo il diritto di entrare nel sistema scrittura e di sottolineare le potenzialità di un nostro intervento.
Personalmente, sulla base di una formazione pedagogica, non ho mai voluto dimenticare che nell’analisi della grafia deve essere presente il rispetto, oltre che della unicità della persona, della crescita e del cambiamento possibile: sempre. […]
L’equilibrio disturbato nell’importante fase di strutturazione quale è l’adolescenza, può essere segnale di tutto: ed è proprio in questi contesti necessariamente non definiti che la grafologia può intervenire con i suoi strumenti ermeneutici flessibili. Tali, appunto, da permettere una indagine continua per verificare nel tempo il senso di questi disturbi ma anche per accertare la possibile evoluzione degli stessi entrando, così, in una dimensione che vorrei definire collaborativa .
[…] Soprattutto, l’analisi grafologica, si offre quale importante strumento per una prevenzione secondaria da intendersi secondo il concetto elaborato dalla Medicina sociale: la individuazione precoce di una malattia attraverso una lettura di segni anche minimi, prima ancora che il soggetto o l’ambiente familiare scolastico ne abbiano avuto consapevolezza. Sono diverse ormai le ricerche che individuano una “fase-rischio” nei due-tre anni, ma anche cinque anni, che precedono l’esordio di crolli psicotici. […]
Anna Rita Guaitoli – Dalla relazione al IV Congresso Internazionale di grafologia “I giovani e la grafologia. Le ragioni di un incontro” (Firenze, 6-8 Marzo 2009)