Le manifestazioni aggressive dei giovani sono sempre più numerose. O se ne parla sempre di più. Comunque sempre di più si rischia di confonderci paralizzando di conseguenza la possibilità di interventi concreti.
Perché, intanto, aggressività non è semplice sinonimo di violenza.
Perché, poi, sono diversi gli aspetti dell’aggressività come della violenza; e sono diverse le strategie possibili per un intervento di recupero.
Certo il bullismo, oggi fenomeno tanto gridato nei media ma anche realtà dolorosa di un vissuto quotidiano per troppo tempo sottovalutato, può sicuramente essere ricondotto a sottocategoria della violenza. Mai come in questo caso bisognerà cercare di capire di che tipo di violenza si tratti, a quali componenti interne ed esterne essa si affianchi. […]
Da qui a tracciare il ritratto del bullo, però, ce ne vuole. Perché non c’è un solo bullo. Ci sono, anche in rapporto alle indicazioni date in precedenza rispetto al variegato quadro dell’aggressività, tanti tipi di bullo.
Se non ho parlato sinora esplicitamente di violenza è perché questa si può considerare la forma patologica dell’aggressività. Purtroppo, e la cronaca dei giornali ne è testimonianza, proprio questa forma (anche detta di “bullismo pesante”) è quella che sempre più va estendendosi.
[…] Il bullo è comunque un elemento dell’ambiente sociale, che interagisce con tutti gli altri “elementi”. […] E la cultura del tempo nostro vede -e qui non c’è discussione- una diffusa “cultura della violenza” evidentemente collegata ad una vera “emergenza educativa”.
[…] Ritornando allo specifico, proprio per evitare i nefasti “schemini”, si può, invece, provare a tracciare un profilo di personalità che permetta la identificazione di uno stile comportamentale che contraddistingua il bullo. Ma sempre in rapporto ai diversi tipi di aggressività.
[…] Traducendo immediatamente queste riflessioni in campo grafologico, sarà davvero difficile, a meno di non volere andare alla ricerca di una fantomatica ‘scrittura del bullo’, trovare un modello unico di grafia.
[…] Dovrebbe, invece, diventare conseguenza logica delle precedenti riflessioni la ricerca orientata ad evidenziare sindromi che possano indicare comportamenti segnati dai bisogni che spingono all’atto […] .
Anna Rita Guaitoli – Dalla relazione al convegno “Manifestazioni dinamiche della violenza attraverso la scrittura” (Trieste, maggio 2011); rivista “Rassegna di grafologia” n.3, 2011