Emanuela Falconi, Anna Rita Guaitoli
L’ESPERIENZA A “PALAZZO FRANCISCI”
Da circa sei anni, ossia dalla sua apertura, lavoro come educatrice nella struttura pubblica residenziale ed extraospedaliera, prima in Italia, dedicata al trattamento dei disturbi del comportamento alimentare (DCA).
Senza soffermarmi troppo nell’analisi di questo fenomeno, o patologia, sottolineo solo che oggi il disturbo alimentare si presenta come massiccia manifestazione di un disagio non solo psichico ma anche culturale.
Come ci dice Laura Dalla Ragione, psichiatra responsabile della struttura: “In ogni periodo storico disturbi mentali di rilevanza epidemiologica o di particolare drammaticità illuminano un aspetto specifico della natura umana, mettendo in evidenza paure e conflitti di quel particolare periodo storico.”
[…] Nella mia ricerca ho inserito le fiabe come specchio in cui potersi riflettere o meno, a seconda della risonanza con i propri dilemmi.
Ascoltare i significati di queste storie può aiutare a trovare i propri significati, magari andando oltre atteggiamenti, opinioni, desideri, e allargare la visione del mondo, tenendo conto anche di ciò che l’uomo vorrebbe essere.[…]
Collaborando con la dott.ssa Guaitoli per la raccolta di materiale e scambiando pensieri circa il nostro lavoro intorno al DCA, è nata l’idea di un lavoro comune, un’interazione tra l’ascolto delle fiabe e la loro elaborazione attraverso il segno grafico.
La successione artistica della favola per aprire un mondo di possibilità e impossibilità e dare colore e forma alle emozioni. Un modo di scoprire, confrontare ed immaginare le vicende dell’esistenza umana per poi trascendere il nostro “limitato considerarci” ed elaborare una visione più ampia della realtà.
Si è scelta come prima prova “La piccola fiammiferaia”. […]
(Emanuela Falconi)
L’INTERVENTO GRAFOLOGICO
Cosa può raccogliere il grafologo della narrazione donataci attraverso il disegno?
Come è possibile avvicinarsi al senso della traccia senza travalicare i nostri confini segnati non tanto dai divieti altrui ma dalla difficoltà (se non impossibilità) di seguire il disegno nel suo processo e di verificare il simbolo nel colloquio?
[…]
La piccola ricerca che qui viene presentata non assume validità generale data la esiguità del numero delle prove a disposizione. Vuole però essere uno stimolo a cercare, a “rischiare” collegandoci con altre esperienze. Lasciando, magari, noi orgogliosi di poter portare il nostro specifico contributo.
Grazie al lavoro prezioso di Emanuela Falconi, educatrice e counselor a Palazzo Francisci, sono nati i primi 22 disegni realizzati intorno alla fiaba della “Piccola fiammiferaia”.
Il rispetto per i soggetti che ci hanno regalato la traccia colorata della loro sofferenza ha potenziato cautele interpretative e rafforzato delicatezza di approccio.
A) Sono stati, intanto, considerati a livello quantitativo[1] gli elementi principali individuati attraverso l’analisi grafologica del segno, sulla base dei livelli sopra ricordati.
Per il livello grafico ha assunto una qualche rilevanza statistica:
– la organizzazione dello spazio. Per quanto riguarda la occupazione ben 14 disegni presentano una occupazione totale del foglio.
Sei disegni presentano una forte dominanza delle zone bianche con azione di ritiro a sinistra (3), in alto (2), negli angoli (1).
– Il tratto evidenzia una generale tendenza a spezzarsi […]
A questi elementi andranno poi accostati quelli che permettono di recuperare il senso fabulatorio cogliendo gli elementi più specifici della narrazione.
– Intanto l’analisi della strutturazione delle sequenze narrative ha rilevato dominanti gli elementi separati, sia dal bianco, sia da linee.
– Le scale valoriali dei rapporti hanno permesso poi di individuare: […]
B) In un secondo momento si sono recuperati tutti gli indici dei diversi livelli per una possibile convergenza: è questa l’operazione fondamentale che favorendo l’aggregazione (diremmo noi in sindromi) degli elementi risultati prevalenti a livello di osservazione, permette di lavorare sulla molteplicità di senso.
Consideriamo qui almeno: […]
4) annerimenti
contorni spessi
ritmo esecutivo impacciato
= si evidenzia una rigidità espressiva-comportamentale che può essere indice di conflitti non esplicitati e di aggressività introiettata.
Anche solo analizzando i principali elementi grafologabili del disegno, dunque, si sono potuti mettere in evidenza dei dati che, pur senza giungere a rilevanza statistica, incoraggiano la ricerca.
E comunque, sarebbe già merito di questa modalità di analisi il tenerci lontani dalle pretese di trovare significati generali e assoluti agli elementi dei disegni tramite la consultazione di pseudo-libri-psicologici, che troppo sanno di “libri di ricette”; o di “libro della smorfia”. […]
Recupero allora, in estrema sintesi, almeno un elemento pittorico di per sé potenzialmente informativo. Il cuore. I cuori. Sono presenti sia come protagonisti assoluti del disegno (4), sia come elementi all’interno del disegno (7).
La richiesta di un bisogno di tipo affettivo è, allora, esplicita.
A capire se questa richiesta sia realtà elaborata, sia fuga, sia…sogno, sarà il rapporto terapeutico.
[1] Mi è sembrato inutile (e pretenziosa verniciatura “scientifica”) presentare le percentuali per così limitato numero di prove.