Per incontrare Alice

“Chi sei tu?”, disse il Bruco; “Io…ora come ora non saprei, signore,-rispose Alice-“ al massimo potrei dirle chi ero quando mi sono alzata stamattina, ma da allora c’é stata una tale baraonda di cambiamenti.”

Che l’adolescenza sia una “bonaccia” (Winnicott), una “seconda nascita” (Anna Freud), una catastrofe (Bion), un “breackdown evolutivo” (Laufer), é con questa irruzione di aspetti di sé molteplici e confusi che l’adolescente deve fare i conti, cercando di ripristinare quei confini tra interno ed esterno che gli sono diventati tanto labili. E’ una lotta per la conquista della sua identità che oggi, senza catastrofismi giornalistici, é indubbiamente diventata più difficile. Non sta a noi cercare le cause, ma si deve pure constatare che questi giovani debbono affrontare cambiamenti, da sempre, sconvolgenti con un minore bagaglio esperienziale di frustrazioni, gratificati come sono stati dalla famiglia e dal permissivismo sociale che ha invaso (ahimè) anche la scuola. E così mentre le pulsioni profonde rimangono più o meno le stesse, le forze dell’Io sono meno capaci di creare difese opportune facendo apparire una serie di problematiche quali borderline, falso sé, personalità imitativa.

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L’interesse crescente per la grafologia dell’età dello sviluppo dovrebbe far pensare che si é finalmente pervenuti alla consapevolezza delle capacità dell’analisi grafologica nel sondare quegli aspetti affettivi-emotivi che sono parte centrale dello sviluppo. Sempre più numerosi sono i libri, i lavori di ricerca, che stanno esplorando questo terreno tanto ricco di possibilità di osservazione. Ma che può risultare anche terreno estremamente infido.

Sarà per la possibilità di spazi lavorativi, o almeno progettuali, che sembrano aprirsi all’interno dell’istituzione scuola; sarà per la facilità con cui acquisire materiale, ma questo allargarsi dell’interesse talvolta preoccupa. Non è posizione comoda sottolinearlo, ma non si può non denunciare la superficialità e l’avventurismo in cui ci si é dovuti, non proprio raramente, incontrare.

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Se con assunzione di responsabilità (vogliamo dire anche etica?) non ci si garantisce dal pericolo dell’assuefazione, dell’applicazione acritica di regole tecniche, magari sapute perfettamente a memoria, si rischia di far del male alla nostra “Alice”.

Prendiamo questa scrittura di un ragazzo di 17 anni.

 Per incontrare Alice

Se ci fermiamo ad elencare le specie, o segni, più importanti, dovremmo dare un giudizio non positivo, dovendo definirla almeno stentata, talvolta apparendo essa tormentata e comunque non dimostrando facilità di gestualità grafica. Una “brutta” grafia, senza dubbio, in cui risulta soprattutto perturbato il ritmo di forma, e comunque difficile quello di movimento. Solo la capacità di organizzare le masse grafiche all’interno dello spazio, […] ci dà indicazione delle potenzialità di questo ragazzo e delle sue possibilità di crescita.

Se poi ci fermiamo ad analizzare il suo albero (questo, e i prossimi due, con variazioni rispetto le indicazioni di Koch) avremo una visione più precisa della ricchezza delle sue risorse. […]

La fondamentale proporzione delle zone e la ricchezza della chioma danno una prima impressione di vivacità e creatività. Gli elementi sopra considerati, messi in rapporto significativo, permettono di evidenziare una variabilità di comportamento e una forte ambivalenza, con alternanza di depressione e eccitazione, di insicurezza e desiderio di mettersi in evidenza. L’ansia, da probabile choc affettivo, viene in parte controllata da una opportuna valorizzazione dell’aspetto intellettuale, non escluso quello della immaginazione. E’ importante lo sforzo di interiorizzazione compiuto per prendere atto dei propri conflitti. La presa di coscienza non svilisce la curiosità golosa che prova verso le varie attività del mondo, né mortifica il desiderio di contatti. Sognatore, sì, ma anche capace di organizzarsi e di analizzare con senso concreto una realtà che, tutto sommato, ama.

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I grafologi -lo vogliamo ancora ricordare- hanno elementi importanti con cui tracciare la strada dell’incontro, ma – lo abbiamo voluto sottolineare – corrono il rischio, con giudizi superficiali e valutazioni approssimative, di allontanare la realtà di questi adolescenti.

Noi ci giochiamo in credibilità. Loro, rischiano di rimanere inascoltati e senza parole.

Anna Rita Guaitoli – Dall’articolo in:  “Il Giardino di Adone”, n. 2